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Dal filato alla tenda da sole

L'architetto paesaggista Enzo Enea parla della sua filosofia di Outside In in nostra intervista.

 

L’architetto paesaggista di Rapperswil Enzo Enea, fondatore di Enea Landscape Architecture, azienda affermata a livello mondiale, è specializzato in giardini su misura in aree pubbliche e private: dalla fase di progettazione e costruzione fino all’architettura d’interni. Il quartier generale e il Museo degli alberi si trovano a Rapperswil-Jona, altre sedi sono a Zurigo, Miami e New York.

Qual è il Suo sprone, ciò che la motiva quotidianamente?

Sono felice di avere capito subito cosa avrei voluto fare nella vita. Questo mi pone nella situazione fortunata di fare ogni giorno quello che mi piace. Come architetto paesaggista, la natura e gli spazi vitali sono al centro della mia attività: fedeli alla filosofia olistica «Outside In» disegniamo giardini, terrazze e ambienti interni. Come imprenditore sento una forte responsabilità nei confronti dei miei collaboratori. L’impegno creativo e sociale mi è di forte motivazione. Inoltre, mi sta a cuore sensibilizzare le persone sul mio lavoro con gli alberi in relazione alle questioni più pressanti del nostro tempo, per un approccio prudente alla natura.

Si può fare molto anche con poco, ma in tal caso è ancor più importante sapere come. «Meno è meglio» è certamente un principio valido.

Corrisponde al vero l’impressione che i confini tra l’interno e l’esterno stanno diventando sempre più sfumati?

Sì. Noi di Enea viviamo da anni secondo questa filosofia. La definiamo «Outside In». Concepiamo l’intero perimetro come una singola unità: il giardino non è una decorazione, ma uno spazio di vita. Fuori possiamo cucinare, trascorrere momenti conviviali con la famiglia o anche, a seconda della fase della vita, crearci uno spazio di contemplazione.

A cosa si può ricondurre?

Uno dei motivi è la crescente consapevolezza nei confronti del nostro rapporto con la natura. Il cambiamento climatico, la scarsità di risorse e la crescita della popolazione, fortunatamente, hanno stimolato riflessioni e hanno portato le persone a ripensare la propria collocazione nel mondo. Abbiamo riacquisito la consapevolezza che uomo e natura non sono separati, bensì una cosa sola. Il giardino, dunque, fa parte della nostra vita e del nostro spazio vitale. Grazie alla nostra lunga esperienza nell’attuazione pratica di questa filosofia olistica, sempre più clienti si rivolgono a Enea proprio con questi valori in mente. Generiamo uno stimolante dialogo tra colori, forme e materialità, dall’esterno e dall’interno, creando così una spazialità ampliata.

Già 15 anni fa, a integrazione del Suo studio di architettura del paesaggio a Zurigo, ha avviato Outside In. È stata una risposta a questi sviluppi?

Sì, ci dava la possibilità di illustrare le nostre idee e le nostre possibilità di attuazione concreta ad amici e interessati in loco. Nell’interazione con oggetti di design e accessori accuratamente selezionati già nel 2006 è sorto il mondo in costante mutamento di Outside In. Da novembre nel Gessnerhof, a due passi dalla Löwenplatz, c’è l’Interior Design Store Outside In.

Come è cambiata l’architettura del paesaggio negli ultimi anni?

Il cambiamento dell’architettura del paesaggio rispecchia il dialogo tra uomo e ambiente. La collocazione dell’uomo nel contesto ambientale, i cambiamenti climatici percepiti, finanche fattori sociologici e demografici. Le famiglie crescono, si lavora più spesso da casa, la natura assume una rilevanza diversa: tutte queste dinamiche influiscono sullo sviluppo dell’architettura del paesaggio. Nel mio lavoro cerco di andare oltre la lettura di questi sviluppi: voglio contribuire a plasmarli. Con il mio Museo degli alberi a Rapperswil-Jona, ad esempio, ho creato un luogo che coniuga natura, arte, architettura del paesaggio e design. Il Museo degli alberi incarna un’ideale possibile che concepisce le persone come parte della natura e le invita al dialogo. Tutti gli alberi sono stati salvati da cantieri dove altrimenti sarebbero stati abbattuti, mentre le pareti di pietra sono fatte di scarti, dunque un esempio concreto di reuse and recycle.

Mi piace molto l’acero giapponese. La crescita disordinata dei germogli e le foglie piatte lo rendono adatto anche per fare ombra.

Come le piace coniugare personalmente interni ed esterni?

Dipende dal luogo. Ci atteniamo rigorosamente alla filosofia del «genius loci», che prevede il rispetto dello spirito del luogo. Leggiamo ogni luogo singolarmente, teniamo conto delle sue caratteristiche topografiche e microclimatiche e, in base a questo, creiamo uno spazio di vita unico. Deve adattarsi al paesaggio, portare le forme e i colori del paesaggio nel giardino e da lì negli ambienti interni. Un continuum invitante, elegante e chiaramente definito.

Quale sogno di outdoor living le rimane da esaudire?

Una tavolata sotto un pesco in ricordo di mio nonno, che mi ha ispirato a intraprendere questa strada.

 

Immagini: ©Enea GmbH, Enea Landschaftsarchitektur/ Enea Baummuseum